La gravidanza e la maternità costituiscono un periodo di grandi cambiamenti per la donna e per la coppia, e molteplici risultano le emozioni e i vissuti psicologici associati all’evento della nascita di un bambino.
La futura madre si fa delle domande: sto per diventare madre, ma ce la farò a sopportare la fatica? Sarò una buona madre? Potrò riprendere il mio lavoro e la mia vita anche quando nascerà mio figlio?
La gravidanza e la maternità porterà alla mamma e alla coppia un grande cambiamento, sia vissuti emozionali che psicologici, associati alla nascita del bimbo, tale evento porterà delle modifiche sia fisiologiche che psicologiche.
Ridefinire la propria identità
La dott.ssa Benedek considera la maternità come una “crisi maturativa”: la madre concepisce la gravidanza come una riattivazione di conflitti legati al periodo infantile e si attivano dei processi di identificazione inconsci con la figura materna.
In questo periodo le neo-mamme ridefiniscono la propria identità femminile cioè rivivono il processo di separazione-individuazione dalla propria madre. Tuttavia, vi sarà una duplice identificazione con la madre e il feto, allo stesso tempo figlie delle loro madre i madri dei loro figli.
Purtroppo la gravidanza non viene vissuta dalle donne sempre nelle stesso modo: ci potrebbero essere dei fattori diversi come problemi economici, o la gravidanza che arrivare troppo presto o troppo tardi, un rapporto con il partner non stabile, tutto ciò porta ansia con alternanze di emozioni positive e negative nei confronti di questa attesa.
Ridefinire il rapporto con i figli
Raphael-Leff (2014) con delle ricerche sul rapporto madre-bambino, ha definito “3 stili materni”:
- la madre facilitante che vive la maternità come un’esperienza positiva e che le consente di rivivere l’unione vissuta con la madre durante l’infanzia, preparandosi in maniera adeguata al rapporto con il piccolo, cercando la vicinanza, creando un buon attaccamento e rimandando la ripresa del lavoro;
- la madre regolatrice che non sopporta la trasformazione corporea, considera il feto un intruso si riattivano esperienze conflittuali infantili ed il parto è considerato negativo;
- in una posizione intermedia si trova la madre con un atteggiamento di reciprocità che ama molto il proprio bambino ma, dopo il parto, vuole riprendere in mano la sua vita e tornare al lavoro, senza trascurare la sua professionalità, curare il proprio corpo che dopo il parto appare appesantito.
Durante la gravidanza la vita di coppia deve essere ridefinita, perché sia a livello reale che immaginario è necessario che “il terzo” debba essere incluso nel rapporto, e tutto questo turba l’equilibrio familiare.